“Non era il tipo di storia a cui sarei arrivato da solo: aveva elementi definiti con troppa nettezza”. L’affermazione di Gaiman nell’introduzione a
“L’ultima tentazione” riassume perfettamente l’impressione che si ha leggendo questa storia. Non sembra una storia di Gaiman.
“La mia intenzione era creare qualcosa che fosse, essenzialmente l’equivalente fumettistico di una serie di singoli pop: niente di troppo profondo né di troppo ambiguo”. Il proposito iniziale è stato perfettamente raggiunto. Il fumetto non raggiunge mai le vette di eccellenza a cui Gaiman ci ha abituati.
La storia, scritta e modulata in collaborazione con l’artista Alice Cooper e disegnata da Michael Zulli, ripropone la tradizione del teatro francese del sangue e dell’orrore mischiata con un pizzico di Faust. Una storia adolescenziale, in cui il giovane protagonista Steven, nel bel mezzo della definizione della sua identità, è obbligato a scegliere quale sarà il suo destino di uomo. Steven è tentato, dall’imbonitore di un teatro fantasma, dalle possibilità di essere magicamente esentato dal perturbante dolore del crescere; l’incertezza, la paura, la noia non troverebbero posto sul palco di uno show infinito nel magico Teatro del Reale. L’unica esistenza consentita in questo luogo di magia e sangue diviene così solo una rappresentazione, una finzione teatrale al riparo da qualsiasi turbamento, intrappolando in un non-luogo fantasma una non-vita eterna in cui l’unica regola imposta è che lo show deve continuare. Solo in tal modo ai fantasmatici teatranti viene garantita una parvenza di esistenza.
Qual è la scelta più ardita? La vita con le sue inevitabili miserie o una non-vita priva di dolore ma sprovvista del gusto delizioso dell’esperienza e del crescere?
[SPOILER]
Alla fine della storia Steven sceglierà il suo sentiero verso l’età adulta, ma consapevole che lo spettacolo e le sue tentazioni non finiscono mai veramente…
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Complessivamente
“L’ultima tentazione” propone ai lettori belle illustrazioni e una storia perfettamente a tema con il disco
“The last temptation” di Alice Cooper. Peccato, però, che la rappresentazione che Gaiman propone nel teatro della nostra immaginazione non sia delle più memorabili e difficilmente dopo una prima lettura la mente tornerà in quel magico e macabro Teatro del Reale.