Attraverso il cuore e la memoria della gente migrata in America, gli antichi dei pagani giungono nel nuovo mondo dove continuano ad essere ricordati e venerati fin quando la modernità non inizia a corrodere il loro ricordo. L’amore provato per loro viene ora riversato su nuove divinità tecnologiche e moderne, così gli dei dell’antico folklore trapiantati in America iniziano la loro lenta decaduta e per tirare avanti si vedono costretti ad improvvisarsi imbroglioni, prostitute, addetti al macello di bovini ed altri mestieri degradanti che li portano all’alcolismo, depressione e pazzia.
In quest’opera, Gaiman ci presenta luoghi dell’America senza fini turistici, tant’è che nell’introduzione precisa che sono presenti alcune libertà geografiche di cui si è appropriato.
Il protagonista di quest’opera è
Shadow: un omone grande e grosso che riporta alla mente un gigante buono.
Shadow ha appena finito di scontare i suoi tre anni di galera, ma, uscito dalle gelide mura della prigione, si vede costretto ad accettare le ancora più fredde braccia di sua moglie Laura, tragicamente morta in un incidente, e proprio questa realtà lo spingerà a lavorare per
Wednesday.
Shadow inizialmente ignora la realtà della situazione in cui è imboscato, ma ben presto verrà a conoscenza di realtà scottanti.
In realtà, il suo datore di lavoro non è altri che Odino: il Padre Universale dei nordici che affiderà a Shadow il compito di proteggerlo e trasportarlo nei luoghi dell’America alla ricerca degli altri dei, nel tentativo di riunirli tutti per la grande battaglia che si sta per scatenare tra nuovi e vecchi dei, la grande battaglia per il potere.
Così assistiamo alla descrizione di scenari mozzafiato e alla crescita interiore del protagonista che acquisisce maggior consapevolezza su sé stesso così come sulla realtà delle cose, il tutto intervallato da tremendi incubi, ricordi, visioni e interludi che ci narrano come le divinità siano attraccate in America con il loro popolo venerante.
Un’opera unica e piena di colpi di scena grazie all’astuzia dei personaggi descritti che ci sorprendono e deludono di continuo mediante le sfaccettature dei loro caratteri.
Un viaggio nell’antico folklore pagano così come nei luoghi dell’America, all’insegna della morale che l’America stessa, così come il mondo, non è un luogo per gli dei.
Lo staff ringrazia Elisa Urbinati per la recensione