Non posso fare a meno di guardarla. Ogni giorno le passo davanti e lei è sempre lì, stupenda, e mi fissa. Non credo che da dietro la vetrina guardi le altre persone come guarda me. E’ come se mi entrasse nella testa, come se volesse che il suo volto restasse con me durante il giorno e nei miei sogni. Così in qualunque momento della giornata posso, chiudendo gli occhi, ricostruire i lineamenti sottili del suo viso e seguire le curve del suo corpo adagiato sulla sponda del suo lago di vetro.
Le sue piccole ali le permetterebbero di fuggire libera lontano da quel luogo ma lei rimane lì immobile, serena, come se per lei quello fosse l’unico posto al mondo.
Forse è così. Da quando l’ho vista per la prima volta l’unico suo rifugio è stato lo specchio in quella vetrina.
Sta aspettando qualcuno. Non ha bisogno di andarsene. E’ sicura che qualcuno la porterà via di là.
Eppure ogni giorno passo davanti la vetrina del negozio e lo specchio è sempre al suo posto. Forse quella piccola incrinatura nel vetro, come piccole onde create da un sasso gettato in quel lago…I clienti non vogliono soprammobili intaccati.
Lei non se ne cura. E sorride. Mi sorride.
Non ho il coraggio di entrare. Non penso che riuscirei ad avvicinarmi a lei. Forse domani…
Sono tornato al negozio e la fata è ancora lì. Sembra un po’ più triste di ieri ma mi sorride lo stesso. Mi perdo nuovamente nel suo sorriso e resto a fissarla non so quanto tempo. Forse domani…
Non c’è più. E’ volata via. Nella vetrina è rimasto solo il lago di vetro, leggermente increspato dalle onde create da quel piccolo buco.
Entro nel negozio. Compro lo specchio incrinato, vuoto. Non so perché.
Ora è nel comodino accanto al mio letto, nella mia stanza.
Cerco di dormire ma lei continua a tormentare i miei sogni. Vola, ubriaca di libertà
sulla mia testa. Si ferma proprio sopra di me. Mi guarda e scompare.
Mi sveglio. Guardo, d’istinto, verso il comodino. Lei è di nuovo adagiata sullo specchio e mi sorride, come la prima volta che mi ha visto.