A volte le vite professionali delle persone sono tutt’altro che lineari. È frequente che all’avvio delle attività lavorative si sia maggiormente disposti a compromessi e situazioni poco agevoli per poi stabilizzarsi nel tempo in ruoli lavorativi verso cui si è maggiormente inclini.
A questo proposito, gli albori della vita lavorativa di Neil Gaiman sono piuttosto differenti dall’eclettico personaggio che conosciamo oggi. Egli, infatti, prima di fare lo scrittore a tempo pieno, è stato un giornalista freelancer per la maggior parte dei più grandi giornali londinesi. Secondo quanto da lui stesso dichiarato, in quel periodo era un giornalista marcio, terribile, un buon intervistatore che amava scrivere dei pezzi lunghi ma, nello stesso tempo, un professionista che detesteva la routine giornalistica e le ferree regole editoriali.
In ogni caso, come oggi, a quei tempi il sogno di Gaiman era certamente il narrare storie. Ed infatti in quel periodo non mancano i prodotti della sua scrittura. Era il periodo di
Ghastly Beyond Belief, libro oramai di difficile reperimento scritto con Kim Neuman in cui si collezianano una serie di citazioni da libri di fantascienza,
Don’t panic, la guida alla Guida galattica per autostoppisti e, infine, un libro misterioso rinnegato da Gaiman in cui è tracciata la biografia di un gruppo pop famoso (che noi riteniamo essere i Duran Duran). Un libro che un giovanissimo Gaiman scrisse in tre settimane per soldi e di cui non ha conservato per se stesso nemmeno una copia.
La decisione di abbandonare il giornalismo non sembra quindi da mettersi in relazione all’impegno temporale che un lavoro simile interponeva ai desideri di Gaiman di scrivere delle storie, quanto alla sua difficoltà di adattarsi ad un mondo privo di scrupoli, a volte cinico ed irriverente pur di pubblicare una notizia vendibile.
L’episodio culminante che fece decidere Gaiman ad abbandonare il giornalismo consiste in una telefonata che ricevette dal quotidiano Today.
“Bene, tu sei il nostro corrispondente di fantasy e fantascienza, e vogliamo che scrivi un pezzo su Dungeons & Dragons. Quello che vogliamo è un articolo che mostri come questo gioco fa diventare la gente matta, conducendola all’uso della magia nera e a compiere il suicidio”. Per un amante del fantasy e giocatore di ruolo come Gaiman era davvero troppo. Rifiutò, chiuse il telefono e smise di lavorare nel giornalismo.
Così Gaiman seguì il percorso disegnato dai suoi sogni e i risultati sono quelli che tutti conosciamo…
Seppur il racconto di questi eventi può fare apparire l’esperienza giornalistica come un totale fallimento, in realtà il compromesso ed il sacrificio iniziale scelto dal giovane Gaiman fu fondamentale per entrare a fare parte di una rete lavorativa fertile (fatta di editori e professionisti dell’editoria) che si è rivelata fondamentale per gli sviluppi futuri della sua carriera.