Ogni volta che un Arlecchino appende il suo cuore alla porta della sua Colombina, per un lungo attimo perde possesso del suo cuore in balìa dell’amato e, trepidante di attesa, attende di scoprire che destino sarà riservato al suo dono.
“Alcune ragazze sdegnano il mio dono, altre lo toccano, lo baciano, lo accarezzano, lo puniscono con ogni genere di tenerezza prima di restituirlo al mio possesso”, afferma un inquieto Arlecchino. I suoi frizzi, i suoi lazzi, in scena dai lontanissimi esordi nella Commedia dell’Arte, sono sbiaditi dinanzi gli slanci di un cuore desideroso.
“Arlecchino innamorato è una triste creatura” che non trae più l’abituale piacere per le sue buffonate da birbante. [SPOILER] E se la sua Colombina mangiasse il suo cuore, incorporando l’organo che più contraddistingue il suo amore per lei ma che identifica chiaramente la sua infernale identità? [/SPOILER]
Nel
San Valentino di Arlecchino, illustrato da John Bolton già disegnatore del fortunato Books of Magic, Gaiman ripropone i personaggi e le loro regole di interazione che hanno fatto la fortuna della commedia italiana dell’arte del sedicesimo secolo. Ma, spesso accade, la penna di Gaiman copre la storia di un manto dark a cui aggiunge, inoltre, una componente introspettiva affascinante e significativa. Il risultato, come nella tradizione, è l’inversione di ruolo tra i personaggi ma lo strumento narrativo è innovativo e il contenuto dalle molteplici sfumature interpretative.
La conclusione della storia è dedicata a tutti coloro che sono intrappolati nelle proprie vite, per un’arlecchinata in cui hanno donato il cuore, aprendo la vita a nuove possibilità e gioie…
In conclusione, un lavoro ben scritto, dai personaggi fotorealistici e gli sfondi acquerellati che regala emozioni, cultura e un pizzico di riflessione esistenziale seppur velata. Di buon livello seppur non tra le opere più riuscite dell’eclettico artista inglese.