Io sono squartatore, trucidatore, distruttore, sgozzatore. Io sono le zanne delle tenebre, gli artigli nella notte… La mia è forza, lussuria e potere… io sono Beowulf!
Il personaggio che ho deciso di rivisitare stavolta si è presentato da solo, con una delle sue frasi tipiche nella versione gaimaniana.
Originariamente Beowulf fu uno dei primi poemi epici, scritti in forma anonima, in lingua volgare, una sorta di capostipite per la letteratura fantasy, da cui è anche possibile estrapolare archetipi per questo genere di narrazione.
Questo personaggio era già stato rielaborato cinematograficamente, ma la versione ripresentata da Neil Gaiman della sua storia e diretta da Robert Zemeckis, apparsa sul grande schermo nel 2007, differisce un po’ dal protagonista del poema originario, poiché la figura di Beowulf non è più quella dell’eroe per antonomasia, puro e incorruttibile, ma bensì un personaggio molto più umano che non eroe, volubile e trascinato dalle passioni e tentazioni che toccano l’essere umano, che alla fine si ritroverà a dover affrontare i mostri generati da se stesso ed i suoi fallimenti anche a costo di dover morire pur di dimostrare il suo valore e sopperire ai propri errori.
Tutto ciò si svolge in una fredda e pagana Danimarca tormentata da un troll e sua madre che appare in questa versione come una bellissima gigantessa che ammalia chi la minaccia per poter portare avanti la sua stirpe, come in un continuo ciclo che si sussegue, forse senza fine.
BEOWULF ILLUSTRAZIONE
Per la realizzazione pittorica di Beowulf ho fatto vari schizzi a matita, prima di decidere quale realizzare in definitivo.
Quello scelto è stato colorato in acrilico, con tonalità fresche e luminose, che differiscono dai toni cupi della pellicola.
Il cielo è terso e sul fondo vi è il mare, dal quale arriva Beowulf con la sua nave, ed è presentata in lontananza su di uno scoglio anche una sirena, come rimando ad una delle tentazioni del personaggio, facilmente ammaliabile dalle figure femminili.
Beowulf è stato presentato con le tipiche fattezze nordiche che presenta anche nel film, ma con un abbigliamento rivisitato e più leggero, intento a maneggiare la spada che scompare dietro la schiena di cui si vede solo il pomolo, ai suoi piedi vi è un teschio, presagio nefasto dei mali che tormenta il luogo in cui è appena sbarcato.