Era quasi pronto. Mancava solo la giubba.
Guardò fuori dalla finestra.
Non c'erano nubi e le stelle scintillavano in tutta la loro bellezza.
Pensò a tutti quei visini che da dietro una finestra, se ne stavano con il naso pigiato sul vetro e che attenti scrutavano il cielo nella speranza di potere scorgere la slitta del caro buon vecchio.
Sorrise fra se. Non sarebbero stati delusi.
Li avrebbe accontentati tutti!
Prese una letterina dal mucchio.
Il piccolo Samuel assicurava che durante l'anno era sempre stato buono e che gli sarebbe tanto piaciuto ricevere in regalo un trenino elettrico. Avrebbe ricambiato la cortesia, lasciando vicino al camino latte e biscotti.
Che tenero! Pensò.
Avrebbe mai potuto non accontentare il piccolo Samuel?
Sorrise di nuovo.
No. Non lo avrebbe deluso.
Finì di prepararsi. Non poteva farli aspettare.
Mise la giubba e si sistemò il cappello.
Uscì fuori.
Malgrado il cielo fosse sereno, soffiava un vento gelido.
La slitta era pronta, già carica di tutto ciò che gli serviva.
“Mamma” piagnucolò il bambino “Ti prego. Lascia che resti alzato ancora un pò”
“Quante volte te lo devo ripetere?” Rispose con dolcezza la madre “Babbo Natale non verrà se sei sveglio.”
“Ma perchè? Che cosa cambia?”
“Cosa faresti se vedessi Babbo Natale?”
“Gli farei tante domande. Vorrei sapere dov'è la sua casa? Come fa la sua slitta a volare? E poi...”
Non potè finire la frase. Sua madre lo aveva interrotto.
“Capisci? Se ogni bambino cominciasse a fargli tutte queste domande, non riuscirebbe mai a consegnare tutti i regali per tempo.”
Il bambino sospirò. La sua mamma aveva ragione. Meglio non disturbarlo e poi non voleva rinunciare al suo regalo.
L'aria gelida gli sferzava il viso. Vide in lontananza la prima casa.
Cominciò la discesa.
Stava ancora pensando alle parole della sua mamma: “Non verrà se sei sveglio”. Ma proprio non riusciva a prendere sonno. Stava disteso sotto le coperte e guardava fuori dalla finestra il cielo stellato.
Ad un tratto vide qualcosa.
Balzò fuori dal letto e si avvicinò alla finestra, appoggiando le mani sul vetro freddo.
Era lui. Quella era la slitta di Babbo Natale. Non c'erano dubbi.
Stava per chiamare i suoi genitori. Ma ricordò il monito della madre. Se Babbo Natale lo avesse visto dietro i vetri, avrebbe cambiato direzione.
La curiosità era grande, ma ancor più grande era la voglia di ricevere il suo regalo. Corse via dalla finestra e si rimise sotto le coperte. Avrebbe fatto finta di dormire. Non sapeva quanto sarebbe dovuto restare con gli occhi chiusi.
Pensò di dare una sbirciatina.
Sussultò.
Babbo Natale era lì accanto al suo letto.
Richiuse immediatamente gli occhi.
“Allora Samuel” disse una voce profonda. “Deve andare avanti ancora molto questa commedia?”
Samuel riaprì gli occhi e sbattè le palpebre per lo stupore.
Babbo Natale era davanti a lui
“Allora Samuel. Non mi saluti?”
Si mise a sedere e lo osservò ancora incredulo.
Era come lo aveva sempre immaginato.
Il vestito rosso, il cappello, la cintura nera.
Lo guardò in viso.
Non sembrava poi così vecchio. La barba non era molto bianca e folta. Non aveva nemmeno gli occhiali.
Ma forse si stava sbagliando. In fin dei conti chi poteva arrivare dal cielo con una slitta se non Babbo Natale.
"Allora Samuel" vibrò la voce "Perchè non mi saluti?"
Samuel cominciò a sentire un certo disagio. C'era qualcosa negli occhi di Babbo Natale che gli fece provare una strana soggezione. Pensò che doveva essere arrabbiato perchè non stava dormendo.
"Scusa. Sei arrabiato perchè sono sveglio?"
"No piccolino. Perchè lo pensi?"
"Non so!" Non poteva mica offendere Babbo Natale dicendogli che aveva una strana espressione.
"Ho una strana espressione perchè ho dimenticato il tuo regalo."
Samuel rimase senza parole. Gli aveva letto nel pensiero.
"Ma non temere piccolino. Adesso rimediamo. Ti va di fare un giro sulla mia slitta?"
"Sarebbe fantastico!" Adesso Samuel stava saltando sul letto per la felicità, incurante dei dubbi che aveva avuto fino a poco prima.
"Posso davvero?"
"Ma certo! Non vedo l'ora di darti il tuo regalo." Gli rispose sorridente.
Samuel non credeva ai suoi occhi.
Stava volando sulla slitta di Babbo Natale. I suoi amici sarebbero morti d'invidia quando glielo avrebbe raccontato.
Uno sbuffo di fumo si levava dalla valle. Il treno avanzava lungo le rotaie nel buio della notte.
La slitta cominciò a scendere.
"Se non ricordo male, avevi chiesto un trenino elettrico?"
"Si. Mi piacciono tanto i trenini" rispose il bambino.
Intanto la slitta si andava sempre più avvicinando alle rotaie.
Samuel era estasiato dalla vista del treno che correva veloce lungo i binari. Pensò: ne vorrei uno uguale.
Non fece caso alla mano che lo spinse fuori dalla slitta. Era perso dalla visione del treno che sempre più veloce gli veniva incontro. Era meraviglioso.
Stava volando!
L'impatto fù quasi indolore.
Osservò la macchia scura che si allargava sulla candida neve.
"Bene! Il piccolo Samuel è stato accontentato. Adesso pensiamo agli altri"