Aveva cantato per 10000 fans. Al termine del concerto, aveva fatto la doccia con le coriste e avevano riso e si erano raccontate quelle storie di donne che gli uomini non potranno mai capire. E aveva cenato con il suo fidanzato, che era anche il tastierista della band. E avevano fatto l'amore con dolcezza e passione e si erano ripromessi di amarsi per sempre. E si era addormentata e aveva sognato...
Al mattino, il manager l'aveva svegliata e le aveva detto del pullmino che nella notte aveva sbandato, e delle persona che erano morte (e non faceva alcuna differenza che fossero adulti o bambini). Pianse e si rifugiò in bagno e fece scorrere l'acqua della doccia e pensò che forse se quella sera non vi fosse stato il concerto, anzi se non fosse divenuta una cantante tutto ciò non sarebbe successo, delle vite avrebbero vissuto e il suo conto in banca non sarebbe stato così florido. E pensando ciò si addormentò. E sognò...
Camminava in una strada che era tutte le strade e persone che non conosceva, ma che sentiva vicine, le sorridevano e la invtavano a seguirli. Le parlarono delle gioie e delle maschere dietro alle quali celare i dolori del vivere, e di come era stato bello il suo concerto della sera prima, e di come loro continuassero a cantare le sue canzoni anche sotto quella luce accecante. E che se mai avesse solo pensato di smettere di non farlo, di non privare tutte le persone che avessero voluto sentirla cantare di una tale gioia.
E si svegliò...
E la sera dopo cantò ancora,e ancora nelle sere successive.
Non apparteneva più solo a sé stessa,anch'essa era parte del sogno.