“Sono morto?!”
“Non ancora.”
“Allora dimmi cosa sta succedendo.”
“Sei il più grande detective del mondo, Bruce. Perché non lo scopri da te?”
[Neil Gaiman - Cos’è Successo al Cavaliere Oscuro? P. 40]
Potrei iniziare dicendovi se, questo volume, merita o meno l’acquisto. Solitamente è per questo che si legge una recensione (anche se questo testo non lo vuole essere per forza). Ci informiamo per capire se merita l’acquisto, o per avere una conferma.
Quindi posso dirvi "si", se non l’avete ancora fatto recuperate
Cos’è Successo al Cavaliere Oscuro?. Una storia che consiglio a chi è appassionato di Neil Gaiman (come è probabile voi siate, se bazzicate da queste parti), o appassionato di Batman, o del buon fumetto o, molto più in generale, delle buone storie.
Batman - Cos’è Successo al Cavaliere Oscuro raccoglie il numero 686 della serie Batman e il numero 853 della serie Detective Comics. Sono due numeri di passaggio. Non c’è molto da dire sulla trama. Batman è morto. Questo è il fatto. Batman è morto e noi, assieme a quel che resta del suo spirito assistiamo alla sua veglia funebre.
Amici e nemici si ritrovano, nel retro di un bar, a commemorare il giustiziere. Ognuno ha una storia. L’ultima storia di Batman. La storia della sua caduta. Tante morti per un unico uomo che, dopo la morte dei suoi genitori, ha deciso di dedicare la sua vita alla lotta al crimine. E diventare perciò molto più di un uomo.
Gaiman è uno scrittore esperto ed elegante. Confeziona una storia che funziona alla perfezione. Scatole cinesi l’una dentro all’altra, pronte a svelare una nuova storia, un nuovo aspetto, una nuova sorpresa.
La parte visiva è affidata ad Andy Kubert, già collaboratore di Gaiman in
1602. Il disegnatore per tutta la storia si prodiga a creare rimandi visivi alle tante versioni di Batman che sono state donate al personaggio, nel corso dei decenni, da innumerevoli artisti. Questo rimarca ancor di più il passaggio da un racconto all’altro, donando sempre atmosfere diverse e valorizzando ogni episodio narrato. Forse, il punto più debole di Kubert, è quando deve dare la sua interpretazione dell’uomo pipistrello. Ma questa è una mia opinione.
Il volume è ben confezionato. Cartonato. Presenta un’introduzione dell’autore che non è altro che una "lettera d’amore" al personaggio. A chiudere, sketch del disegnatore e le copertine della versione in albi.
Le morti dei supereroi, soprattutto dei più grandi, non sono mai definitive. Potremmo dire che siano solo una fase di passaggio da una versione a un’altra dello stesso.
Cos’è Successo al Cavaliere Oscuro si propone di essere la storia definitiva della morta di Batman. E credetemi: ci riesce.
Lo staff ringrazia sentitamente StudioPazzia per la recensione