“Non ce la faccio più!” sbottò Mournful nella sua trionfale entrata. Una mano che manteneva la testa e l’altra appoggiata al fianco gli donavano un aspetto quasi comico.
“Sono tre giorni che sento mia moglie dire che sto esagerando, che sono io…e poi proprio stamattina, mentre mi recavo al vostro studio, me ne capita un’altra! O è una congiura o…”
“La prego, si calmi…” intervenni io “…e mi racconti tutto dall’inizio.”
Era la prima volta che incontravo un elfo e sapevo bene che se iniziava a parlare dei suoi guai non l’avrebbe più smessa. Circolavano voci secondo cui tre di loro, catturati durante la guerra dei Sette Colli, scamparono a morte certa perché furono liberati dalle guardie che li tenevano prigionieri. Le voci a riguardo, comunque, sono poco chiare e non si sa bene se le guardie li ritennero così sfortunati da regalar loro un atto di pietà, o furono semplicemente colti dalla disperazione nel sentirli parlare giorno e notte ininterrottamente.
“Guardate qui!” disse Mournful interrompendo bruscamente i miei pensieri e mostrandomi il coupon di una nota agenzia di viaggi sul quale aleggiava a lettere cubitali:
– IL MARE DEL SILENZIO: dove nemmeno le onde più violente producono suoni –
e sotto, più piccolo:
- Sentirete solo la vostra voce! Provare per credere! –
Prima che potessi dire qualcosa, l’elfo continuò: “Invece no!” e agitò i pugni nell’aria come se imprecasse contro qualche entità superiore.
“Si sentiva il rumore del mare?” replicai io ingenuamente.
“No che non si sentiva!” gridò lui sbattendo le mani sulla scrivania. “Il mare era piatto, immobile e silenziosissimo come dicevano loro. Proprio quest’anno, però, è stato invaso da una miriade di sirene riunitesi lì per spettegolare su tutti gli abitanti del Regno! Sirene…pfhh…tutte uguali!” sbuffò. “La conformazione geofisica delle rocce, poi, permetteva loro di ascoltare perfino i gossip di gruppi a km di distanza!! Hanno addirittura fondato un club con tanto di bar, tavolini, sedie e ombrelloni senza gambe che galleggiano sulla superficie del mare!”
“Se ho ben capito” risposi prontamente cercando di bloccarlo “tutti i suoi problemi sono iniziati da una vacanza andata male?
”UNA??!” rispose lui alzandosi furiosamente dalla sedia e facendola rotolare per terra. Il viso diventò tutta una smorfia e un colore rosso acceso iniziò a propagarsi per tutta l’estensione del suo lunghissimo naso pieghettato. Nonostante la sua rabbia, dovetti trattenermi dal non ridere del suo somigliare a un clown.
Continuò: “Son dieci anni che cerco disperatamente di rilassarmi durante le vacanze, e invec…” fece per sedersi e non riuscii ad avvertirlo in tempo che si ritrovò dolorante disteso sul pavimento.
Ero al limite e non sapevo per quanto ancora sarei riuscito a trattenere le risa.
Inviperito, si alzò e con uno sguardo tagliente, che rasenta quello di un omicida, alzò la sedia facendo come per pulire la polvere dal cuscino con la mano e, come se nulla fosse successo, riprese il suo discorso in preda ad un vero e proprio attacco isterico: “Son dieci anni che cerco disperatamente un luogo di pace e tranquillità e lui se ne viene con – UNA VACANZA ANDATA MALE! –” e nel dire ciò, proprio mentre stava per sedersi di nuovo, vuoi il destino, vuoi il suo modo di parlare e gesticolare, fece roteare di nuovo la sedia capitombolando di nuovo a terra.
Un attimo di silenzio attraversò la stanza… poi incurante della mia incolumità, scoppiai in una violenta e spontanea risata e più cercavo di trattenermi più mi veniva da ridere, al punto da avere le lacrime agli occhi.
Mounful, inaspettatamente contagiato dalle mie risa, iniziò anche lui, con un sorriso timido che pian piano divenne una risata di cuore.
Ricompostomi, cercai di scusarmi, e lui, mostrando una calma all’antitesi rispetto al comportamento di un attimo prima, mi spiegò che da dieci anni lavorava nel settore delle Lucciole Fatate, piccoli esserini che da soli producono una luce con particolari sfumature cromatiche, rarissime in natura, e un tintinnio simile ad una dolce melodia, rilassante e piacevole.
Il problema era che lui coltivava questi animaletti in quantità imperiali e la cacofonia di suoni e luci gli procurava tremende emicranie quotidiane.
Mi raccontò anche che a loro è concesso andare in vacanza per un solo giorno l’anno, il 21 Novembre, e che in quel giorno lui cercava di starsene in solenne tranquillità, lontano anche dalla petulante moglie.
Infine, mi raccontò di tutte le disavventure vissute nelle vacanze precedenti, fin nei minimi dettagli, come fossimo stati amici di vecchia data: iniziò descrivendo lo scontro titanico a cui aveva assistito sulle cime della Vetta Solitaria, tra la strega bianca e il mago nero; l’inaugurazione del nuovissimo Centro Commerciale dei nani, nell’imperturbabile quiete del Deserto Silente, con tanto di fuochi pirotecnici finali; il megaconcerto Heavy Metal organizzato dagli orchi, sulle Placide Colline dei Sogni d’Oro; il primo torneo internazionale di logorrea analitica e sintattica disputato sull’Isola dei Muti dal popolo degli alberi contro quello delle rocce parlanti, e così via…
EPILOGO
Da quel giorno, non ho più incontrato il signor Mournful, ma una lettera di ringraziamenti della signora Mournful mi ha informato del fatto che è bastata una risata di cuore a cambiare la vita a suo marito, che ora lavora come venditore di Lucciole Fatate porta a porta.
Mi informa anche che gli affari vanno alla grande, sebbene non sia riuscito a capire bene se le persone acquistano perché interessate ai prodotti o semplicemente per non sentire più la sua voce parlare di come le cose gli vanno bene.