L’ultimo incontro con Neil Gaiman al Festivaletteratura 2007 è stato un Blurandevù, ovvero uno spettacolo organizzato e condotto da un gruppo di giovani volontari del festival. I ragazzi hanno impersonato gli Eterni della saga di Sandman e, in queste vesti, hanno intervistato sul trono di Sogno un Gaiman davvero divertito dalla singolare iniziativa dei volontari. La platea era composta da circa 500 persone e molti curiosi stazionavano all’esterno della tenda posta nel parco di Piazza Virgiliana. Pochi scrittori presenti al Festival hanno richiamato così tante persone entusiaste ed interessate all’incontro con l’autore.
Il vantaggio di essere intervistati da ragazzi, è che le domande sono meno formali e decisamente più stravaganti di quelle che potrebbe porre un giornalista. All’inizio dell’intervista, infatti, è stato chiesto a Gaiman di scegliere 5 parole che lo descrivessero. L’autore inglese ha scelto: disordinato, immaginativo, sbadato, divertente e pigro.
La discussione ha preso una direzione più canonica quando è stato chiesto a Gaiman quale sia il suo media preferito, considerato che l’autore inglese nella sua carriera ha raccontato storie attraverso diverse forme espressive. Come già sottolineato in altre occasioni, Gaiman ha evidenziato come qualsiasi media ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. Ad esempio la narrativa permette all’autore di omettere alcuni particolari che devono essere dedotti dal lettore (Gaiman a questo punto fa notare come molti dei lettori di American Gods non abbiano colto, per suo volere, sin dall’inizio che il protagonista e la maggior parte dei personaggi sono neri), i fumetti consentono un controllo totale sul modo in cui la storia viene fruita e persino sul modo in cui viene girata la pagina, il film è invece un media che dipende fortemente dal budget a disposizione e dalle scelte artistiche fatte dalla produzione. Ancora una volta per l’autore inglese il media scelto per narrare una storia è funzione della storia stessa e non il suo fine.
Incalzato dai volontari sulla "sindrome della pagina bianca", Gaiman ha affermato con decisione che, per quanto questo fenomeno rappresenti uno dei suoi peggiori incubi, il blocco dello scrittore è un modo per mascherare i limiti dell’autore. Del resto, dice ironicamente,
avete mai visto un giardiniere smettere di lavorare perché gli manca l’ispirazione?.
Gaiman, riportando alla mente i tempi in cui faceva il giornalista, immagina che, se non fosse riuscito a scrivere "a comando", il suo caporedattore avrebbe pubblicato una pagina bianca con il suo numero di telefono in modo da fargli ricevere tutte le meritate minacce dai lettori.
Il problema per Gaiman è più legato alla difficoltà di non sapere come potrebbe andare avanti una storia e questa è la ragione per cui scrive diverse cose insieme. Gaiman sostiene che i momenti in cui non si sa come andare avanti sono preziosi perché permettono di approfondire la vicenda stessa. A volte basta andare a dormire per risolvere il problema, altre bisogna aspettare che il dipanarsi della storia sia finalmente maturo.
Alla domanda di come viva il rapporto con i suoi lettori, Gaiman ha raccontato la storia del suo blog. Nato per caso nel 2001 per narrare la fase che intercorre tra la fine della stesura di un libro e la sua pubblicazione (in quel caso
American Gods), è diventato uno dei blog di scrittori più visitati con quasi un milione e mezzo di visite al mese. Quando la gente gli chiede come ha fatto, Gaiman risponde:
provate a scrivere ogni giorno dal febbraio 2002 e vedrete!.
Secondo Gaiman, l’aspetto più interessante dell’interazione con i lettori è che le persone che leggono il suo blog sono molto preparate su ogni argomento. Così, quando l’autore è incerto su qualche argomento, gli è sufficiente postare la domanda sul blog e, nell’arco di un paio di giorni, riceverà una risposta. Gaiman ha anche dichiarato di non sapere attualmente per quanto continuerà a scrivere sul blog, forse sino alla fine dell’anno forse sino alla sua morte, anche se al momento quest’ultima non è una cosa prevista...
Ma quali sono le tre cose che Gaiman salverebbe se Distruzione giungesse su ogni cosa? Innanzitutto i suoi gatti, che altrimenti
farebbero un casino da matti se non li salvassi. In secondo luogo la Tempesta di Shakespeare, da lui considerata la migliore storia fantasy di sempre. Infine gli arcobaleni perché
degli arcobaleni non ci si stanca mai.
Quanto alla cosa più folle che abbia mai fatto, Gaiman parla della sua decisione, presa in una notte insonne, di diventare scrittore. La sua ambizione, all’inizio, si è dovuta scontrare con la diffidenza degli editori e con paghe poco gratificanti. Tuttavia, l’entusiasmo per il volere raccontare bene delle storie, alla lunga lo ha ripagato consentendogli, adesso, di scrivere ciò che vuole liberamente.
A questo punto uno dei curatori di neilgaimania ha chiesto all’autore se fosse a conoscenza della delirante situazione editoriale italiana di Sandman e se ci fossero speranze di vedere in italiano la versione Absolute. La risposta è stata interessata e perplessa. Gaiman ha affermato, infatti, di non essere a conoscenza della situazione in Italia di Sandman pur ricordando simili circostanze da lui apprese circa dieci anni fa in uno dei suoi precedenti viaggi in Italia. Secondo l’autore inglese, in Italia gli editori molto spesso fanno inspiegabilmente l’esatto contrario di quello che vorrebbero i lettori. Ed è per tale ragione che ci ha consigliato di scrivere direttamente a DC Comics, che detiene i diritti di Sandman, per lamentare la strana storia della versione italiana. Inoltre ci ha promesso che lui supporterà questa segnalazione per fare in modo che i fan italiani non siano più penalizzati da strane politiche editoriali.
Un’altra domanda è stata posta allo scopo di evidenziare quanto di Tori Amos sia presente nel personaggio di Delirio. Secondo Gaiman, alcuni pezzetti di Tori si trovano nel delirante personaggio anche se Delirio è stata creata prima che Gaiman conoscesse la cantante. In particolare, è degno di nota un episodio in cui Neil incontrò Tori nel backstage di uno dei suoi concerti. In quell’occasione, la cantante si congratulò con l’amico per lo straordinario successo editoriale di quel periodo, lo prese per mano e cominciò con lui a girare in cerchio e saltellare su e giù... una scena poi trasposta da Neil in Sandman con Delirio come protagonista.
Dopo una domanda su Mirror Mask, in cui Gaiman ha riproposto le stesse informazioni pubblicate già da neilgaimania in una precedente intervista, l’ultima domanda si è incentrata su cosa lo avesse ispirato alla creazione di Nessun Dove. Neil ha così raccontato che, in quei giorni, un amico gli disse che la BBC era interessata a produrre una serie fantasy. Pensando ad un possibile soggetto, Gaiman fu particolarmente ispirato dalle tribù di senza tetto di Londra. Spaventato però dall’idea che la bellezza della sua narrazione potesse favorire qualche comportamento di emulazione nei suoi lettori, decise che avrebbe potuto usare la metafora delle persone ai margini ambientando le vicende nella Londra di sotto. Iniziata la storia, ne scoprì progressivamente il seguito man mano che la scriveva insieme a Richard (il protagonista della vicenda).
Alla fine dell’incontro, i ragazzi del Blurandevù hanno consegnato a Gaiman uno storyboard della serata realizzato da uno dei volontari. Come sua consuetudine, a chiusura della serata, l’autore ha autografato sino a notte inoltrata gli oggetti più disparati proposti dai fan mentre i volontari del Festival festeggiavano girando in tondo e saltellando su e giù il successo della serata appena trascorsa.